Si trova in strada Gessi (dial. i Ges), 1 Km a sud-ovest del capoluogo; probabilmente in questa zona si formò il primo insediamento di Moncalvo, con la pieve forse attoniana (sec. X), già presente nell’elenco della diocesi di Vercelli di metà sec. X. Fra il 1210 e il 1378 era soggetta alla canonica regolare dei Ss. Pietro e Paolo di Ferrania (diocesi di Alba), che aveva diritto di nomina del pievano. Prima del sec. XVI S. Pietro perse le prerogative di chiesa parrocchiale. L’attuale piccola costruzione venne benedetta il 2/8/1744; per la sua costruzione fu riutilizzato materiale di risulta degli edifici precedenti. Nel 1765 vi abitava un eremita. La scalinata d’accesso fu costruita a fine sec. XIX. Nel 1911 la chiesa venne elencata tra gli edifici monumentali nazionali. È stata restaurata negli anni ottanta del sec. XX.
Facciata Chiesa San Pietro in Vincoli (La Pieve)
Facciata rivolta ad ovest, completata da un timpano rialzato e da un campaniletto a vela. Il portoncino d’ingresso è di recente fattura; ai suoi lati, sopra due bassi sedili di pietra, si aprono due finestrelle “di devozione” protette da una grata. Tre finestre sono invece nella parete meridionale. Pianta rettangolare. Volta a padiglione, pavimento in piastrelle di terracotta; un solo altare in cotto. Il coro funge anche da sacrestia; sul fondo, entro una cornice in stucco con angioletti, è posta una tela centinata raffigurante S. Pietro in Vincoli e l’angelo, con piccolo stemma bicolore alla base (tre stelle nella parte superiore e un capricorno in quella inferiore). Lo spazio per i fedeli è occupato da sei banchi e alcune sedie. Si celebra una tradizionale festa al termine della mietitura.
Una lapide romana probabilmente rinvenuta nei dintorni, fu murata in epoca imprecisata all’esterno della chiesa. Nel 1995, in seguito ad atti vandalici, venne sostituita da un calco e l’originale restaurato (Gian Luigi Nicola) fu portato in municipio. Si tratta di una stele di arenaria con intrusione di conchiglie fossili, mutila in alto e in basso, del tipo della pseudo-edicola; nel timpano è scolpita a rilievo una testa di Gorgone; i triangoli frontonali sono decorati da due delfini con muso rivolto in basso; è un epitaffio voluto da Irria Secunda per sé e per il marito C(aio) Sulpicio Severo, seviro e augustale. La stele viene attribuita ad epoca non posteriore agli inizi del sec. II d. C..