San Sebastiano curato dagli angeli

martirio san sebastiano

“Nella navata sinistra della chiesa di San Francesco possiamo ammirare, fra le altre tele, il San Sebastiano curato dagli angeli, attribuito a Orsola Caccia”. Con queste parole lo studioso e storico dell’arte Giuseppe Vaglio (Premio alla memoria “Guglielmo e Orsola Caccia” 2024) presenta la sua  proposta di interpretazione sull’  l’Aleramico, ilnotiziario sulla storia di Moncalvo che si pubblicava, una decina di anni fa,  su iniziativa della parrocchia.

La data del quadro di Orsola (1596 – 1676) è incerta. Risale, probabilmente, al periodo della maturità artistica fra il 1630 e il 1650. La pittrice, figlia di Guglielmo e nata a Moncalvo, segue le orme del padre. Entrata nel 1620 nel monastero delle Orsoline a Bianzé (Vercelli) che già ospitava le sorelle, torna con loro a Moncalvo  cinque anni dopo, continuando a dipingere nel nuovo monastero di Sant’Orsola fatto costruire dal padre.

Del San Sebastiano curato dagli angeli, olio su tela, il professor Vaglio propone una lettura allegorica, interpretando il significato simbolico delle immagini. “Il Seicento in Europa e anche nel Monferrato, fu un secolo dove guerre, carestie, pestilenze erano all’ordine del giorno – scrive Vaglio –. Le frecce rappresenterebbero la peste e, più in generale, le malattie e le sofferenze, tant’è vero che san Sebastiano è spesso associato a San Rocco come intercessore contro questi flagelli. Ecco allora che, in questi angeli che tolgono le frecce dal male  e curano le piaghe, Orsola potrebbe avere raffigurato sé e le sue sorelle, sia di sangue, sia spirituali, oranti e attive in un’opera di pacificazione non soltanto attraverso la preghiera e le opere di carità, ma anche e soprattutto attraverso l’esperienza del Bello comunicata dalla loro arte”. (Da Le chiese di Moncalvo e i capolavori di Guglielmo e Orsola Caccia, Lorenzo Fornaca editore).

Nella sua opera pedagogica di eccellente insegnante di Lettere nella scuola superiore, Giuseppe Vaglio ci ha insegnato a guardare oltre. La Bellezza è un’esperienza interiore che ci sorprende. Ci stimola ad andare oltre le apparenze, ci tocca in profondità. Davanti alla bellezza sentiamo che qualcosa di coinvolgente, indefinibile, prende vita dentro di noi invitandoci a trovare le parole e a esprimere quello che sentiamo.

Per il cristianesimo la Bellezza riporta l’uomo verso la comprensione del suo mistero nel rapporto con Dio. E’ così che l’arte, parlando all’anima, può aprire per la creatura umana, spiragli di luce nelle tenebre del mondo.

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